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Certificazioni
Perché acquistare questo capo?
Fil_green punta a sensibilizzare i consumatori alla lotta al climate change sfruttando le logiche virali tipiche del consumismo per diffondere una maggiore consapevolezza rispetto a certe battaglie: chi lo acquista compra uno status, si sente parte di un’azione di cambiamento, finanzia una campagna e si fa amplificatore, portandone i capi, di consapevolezza nelle persone che lo circondano rispetto a certi temi.
Too cool for Fast fashion
Secondo uno studio di quest’anno condotto dal gruppo londinese The Eco Experts, l’industria del fashion è al sesto posto tra le industrie più inquinanti in base alle emissioni annuali di gas serra, immettendo tra i 4 e i 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in atmosfera ogni anno.
In particolare, con la sua nefasta tendenza a considerare i vestiti come prodotti usa e getta, il fast fashion è – proporzionalmente parlando – tra le industrie più inquinanti al mondo, essendo responsabile del 10% dell’inquinamento globale, al secondo posto dopo il settore petrolifero.
Nel 2023 non possiamo più continuare a fare finta di non sapere quanto sia il reale costo di una maglietta da 2,99€ su Shein: dietro quei pochi spicci ci sono lavoratori in condizioni di sfruttamento, microplastiche pronte a invadere i nostri mari per finire poi nel nostro organismo attraverso l'acqua che beviamo o la pioggia che cade sui campi, ci sono le spiagge del Ghana dove i vestiti abbandonati sono sepolti sino a 2 metri sotto terra.
Per questo, nel 2023, bisogna piantarla di entrare nei mega store di Zara, di H&M, di farsi spedire un pacco da Shein o di fare un reso su Temu: bisogna comprare meno e comprare meglio.
Questo è essere cool, questa l'unica moda cui dobbiamo tutti omologarci.